In quanti possono dire di essere entrati a lavorare in un’azienda, per uscirne solo al momento di andare in pensione? Oggi sicuramente in pochi. Eppure qualche mosca bianca ancora c’è.
Dopo la storia del nostro maître Piero, oggi è il turno di Giovanni D’Alfonso, che ci racconta la sua esperienza come receptionist a FH55 Grand Hotel Palatino.
“Ho cominciato a lavorare al Grand Hotel Palatino quasi per caso e ci sono rimasto per 41 anni. Ho risposto a un annuncio di lavoro come portiere e, anche se non avevo esperienza nel settore alberghiero, sapevo l’inglese, quindi mi sono candidato. Nel 1977 sono stato assunto come ragazzo di portineria e poi ho iniziato a fare carriera, diventando commissioniere, centralinista e infine addetto al ricevimento”.
Il ruolo del receptionist: oltre alle chiavi c’è di più
Il mestiere di receptionist può sembrare ripetitivo: dare le chiavi, riprenderle e indicare la via per l’ascensore. In realtà il ruolo di un addetto al ricevimento è molto più vasto.
“Sapere che posso essere utile agli ospiti è la cosa che preferisco: dare consigli su cosa vedere a Roma, risolvere problemi e fornire assistenza. Tutto questo mi ha permesso di entrare in connessione con tante persone delle nazionalità più disparate”.
La relazione con il cliente: accoglienza e gentilezza
All’ospite bastano pochi minuti per farsi un’idea della qualità del servizio: in questo breve tempo il receptionist deve riuscire a stabilire un contatto positivo con lui. Essere un buon comunicatore e un pizzico di empatia: ecco la ricetta segreta per una buona accoglienza.
“Tra le qualità di un receptionist ci sono la gentilezza e una mentalità aperta. Ho sempre cercato di accogliere il cliente facendolo sentire a proprio agio, come se fosse nel suo salotto di casa. Un saluto cordiale può incidere sul suo ricordo, rendendolo un cliente soddisfatto e affezionato”.
Il tono della voce, il sorriso, la mimica, sono tutti elementi importanti per instaurare con il cliente una comunicazione efficace.
“Con gli anni ho acquisito esperienza per capire subito chi ho davanti. Ci sono persone più o meno esigenti, più attente a certi dettagli piuttosto che ad altri: solo dopo aver ascoltato con cura l’ospite, cerco di dare risposte alle sue richieste nel modo che si aspetterebbe”.
“Pur mantenendo il mio ruolo, sono una persona solare e scherzosa anche con gli ospiti, e noto che loro apprezzano questo atteggiamento positivo. Con i clienti storici, ho instaurato una relazione di fiducia e d’affetto: è quasi come se fossi il portiere del loro palazzo.”
Una nuova vita dopo 41 anni di lavoro a FH55 Grand Hotel Palatino: tra ricordi e nuovi progetti
Il 31 maggio Giovanni ha smesso di lavorare. Lo attende una valigia pronta per partire per nuove avventure e una scatola colma di bei ricordi della sua esperienza come receptionist.
Giovanni, in tutti questi anni, c’è stato qualche aneddoto divertente che ricordi con il sorriso?
“Ci sono stati diversi episodi. Una volta, mentre ero di turno la notte, uno dei nostri clienti è venuto alla reception perché aveva perso la chiave e non si ricordava più in che stanza pernottasse… qualche bicchierino di troppo gli aveva annebbiato la memoria!”.
“Questo lavoro è molto bello e gratificante, a me ha regalato tanto. La cosa che mi mancherà di più, è senz’altro il bel rapporto con i colleghi, le battute e la loro presenza nella quotidianità”.
Ma chiusa una porta, si aprirà un portone. Ed è proprio così, visto che Giovanni ha in progetto di trasferirsi alle Canarie per sei mesi all’anno.
“Adesso mi godo un po’ di relax a Roma, ad agosto andrò in Portogallo e poi, prima dell’arrivo dell’inverno, mi trasferirò per 6 mesi alle Canarie, per ritornare in Italia con l’arrivo dell’estate. E poi, finalmente, potrò dedicare del tempo alla mia grande passione: le macchine d’epoca”.
Prima di salutare Giovanni, ecco qua le sue dritte su cosa fare a Roma!
“In cima alla lista metto i Musei Vaticani. Segue a ruota il Colosseo, che dista solo 10 minuti a piedi dal Grand Hotel Palatino. Consiglio anche un bel giretto nel Rione Monti, dove trovare negozietti di artigianato e un sacco di localini per la sera”.
“Nel fine settimana inoltre, all’interno del nostro albergo, si tiene il Mercato Monti, un famoso mercato di modernariato che attira appassionati del vintage da tutto il mondo. Infine, per le buone forchette, merita una puntatina nella zona del ghetto ebraico per provare i filetti baccalà e i carciofi alla giudia”.
Tra un post e l’altro mi diletto con qualche concertino, un buon libro e un pizzico di meditazione. Ma niente mi rende più felice di viaggiare per il mondo zaino in spalla. Il mio motto è: l’importante è partire!
Comments are closed.