Capelli biondastri, occhi grandi, un sorriso radioso e tanta, tanta determinazione: questa è Lina Shopova, dal 2006 pasticcera di FH55 Grand Hotel Palatino.
Originaria della Bulgaria, Lina ha una vera e profonda passione per la pasticceria, e anche quando non è a lavoro, non perde occasione per preparare dolci e torte per suo figlio di sette anni. Per lei la cucina è un valore ed è importante che il piccolo cresca tra sapori, aromi e colori legati al cibo.
Una passione iniziata un po’ per caso, ma poi fortemente coltivata, che l’ha portata a diventare una pasticcera professionista. Tra i dolci di cui è golosa, ci sono tre grandi classici: tiramisù, millefoglie e crème brûlée.
Lina racconta: “In Bulgaria ho frequentato il liceo e poi avrei dovuto fare il medico, ma nel frattempo ho iniziato a lavorare nella ristorazione. Non avrei mai pensato di fare la pasticcera, ma ben presto ho scoperto che questo lavoro mi appassionava moltissimo. Quando sono arrivata in Italia nel 2006, ho partecipato a un corso di formazione professionale attraverso l’Ente Bilaterale Turismo Lazio, che è terminato con uno stage di due mesi al Grand Hotel Palatino, dove lavoro tuttora”.
“Per me la pasticceria è stata una sfida e lo è anche adesso: dietro questo lavoro c’è un mondo enorme che ho scoperto piano piano, grazie a corsi professionali e tanta caparbietà. Fare un dolce è un modo di esprimersi, di gratificare le persone con le tue capacità. Se il cuoco sbaglia un antipasto può rimediare con un altro piatto, il pasticcere invece ha solo un’occasione per conquistare il cliente”.
Fatica, impegno e dedizione: ecco la ricetta per diventare pasticcere
Al di là del proliferare di programmi di cucina che hanno portato alla ribalta le professioni del settore ristorazione, la pasticceria è un’attività impegnativa, che richiede cuore e aggiornamento continuo.
“Spesso questi programmi veicolano un’informazione parziale e lavorano troppo sull’immagine: mostrano pasticceri con la divisa perfetta, pulita e stirata, dando risalto ai cinque minuti di gloria e non al duro lavoro dietro le quinte. Il pubblico vede solo il lato bello del dolce e non percepisce l’impegno di chi l’ha fatto, più e più volte, per renderlo perfetto”.
I primi passi: passione e studio
“La passione e la voglia di mettersi in gioco sono la base – spiega Lina, poi subito a ruota c’è tanto studio. Questo è un lavoro che ogni giorno pone nuove sfide: esigenze sempre più disparate dei clienti, intolleranze, allergie. Solo chi ha tanta caparbietà e il coraggio di sperimentare può continuare a crescere e rimanere competitivo in questo settore”.
Ispirazione e creatività
Parliamo anche di creatività. Le torte oltre a essere buone, devono avere un aspetto invitante. Per questo, una buona dose di originalità non guasta.
“Quando preparo una torta, è come se avessi a disposizione un foglio bianco da riempire con pennellate di colore. L’importante è non combinare colori e ingredienti lasciandosi solo ispirare dalla propria creatività, ma realizzare una torta che interpreti i gusti del cliente, la sua personalità, il tipo di occasione che deve celebrare”.
Lina, tu come alimenti la tua creatività?
“Continuo a fare corsi, leggo riviste di settore e prendo spunto da internet e dai social, specialmente da YouTube per aggiornarmi sui diversi tipi di lavorazione. Mi piace anche confrontarmi con pasticceri più grandi di me per sentire il loro punto di vista, e parlare con persone di altre nazioni per scoprire i dolci tipici dei loro paesi e conoscere così altre tecniche nuove”.
C’è un pasticcere al quale t’ispiri?
“Leonardo Di Carlo! per me lui è un guru. È definito il pioniere della pasticceria scientifica e non è un caso poiché è un esperto di pasticceria a livello chimico e fisico. Ho partecipato a un suo corso sulle proprietà degli ingredienti e sulle tipologie di trasformazione: è stata una delle esperienze più belle della mia vita”.
Mettiamo alla prova la tua fantasia: trasforma ogni emozione in un dolce
“La gioia è una crostata di frutta fresca molto colorata, la tristezza una torta al cioccolato, la rabbia e la paura un dolce con una crema speziata o alla liquirizia, dal colore leggermente scuro, ma con qualche tocco di rosso”.
Tradizione e tecniche innovative
Il dibattito fra cucina tradizionale e innovazione è uno dei classici argomenti che da sempre divide chef e operatori del settore. Tu cosa ne pensi?
“Più che di tecniche innovative parlerei di nuove attrezzature che consentono di realizzare processi e trasformazioni che in passato erano impensabili. Le tecniche sono quelle di una volta ma oggi la tecnologia ci è venuta in aiuto: abbattitore, planetaria, sifone, tutti utensili che permettono di ottenere dei miglioramenti nella preparazione di un dolce”.
La pasticceria di FH55 Grand Hotel Palatino
Avere una pasticcera all’interno di un albergo dà la possibilità agli ospiti di gustare sempre pasticceria fresca e dessert fatti al momento.
“Uno dei punti di forza del nostro albergo è senza dubbio la colazione, dove propongo una grande varietà di torte appena sfornate, dalle crostate ai muffin, dal plum cake alla pasticceria secca. Nel nostro ristorante invece la carta dei dessert cambia in base alla stagione e agli ingredienti freschi che ci presenta il nostro fornitore di fiducia. Realizzo anche pasticceria mignon per i coffee break del nostro centro congressi.”
I prossimi sogni che tirerai fuori dal cassetto?
“Voglio continuare a crescere in questo settore, sento che ho ancora tanto da dare. E poi, quando andrò in pensione, sogno di aprire un’attività tutta mia”.
Tra un post e l’altro mi diletto con qualche concertino, un buon libro e un pizzico di meditazione. Ma niente mi rende più felice di viaggiare per il mondo zaino in spalla. Il mio motto è: l’importante è partire!
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